Mi avevano parlato bene di questo ristorante in varie occasioni e abbiamo quindi deciso di provarlo come seconda scelta di una serata con la sorella+famiglia del Pescatore.
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Es Tastet
Sabato sera, per la prima volta dopo tanti anni qui, siamo usciti con amici, tra cui gente di Ciutadella. In un periodo in cui tutti già lavorano, perché la stagione è cominciata da qualche settimana. Ringrazio per questo i miei sabati pomeriggi liberi e orari umani d’ufficio, non più turni dalle 16 a mezzanotte come quando lavoravo in reception.
Es Molí des Comte
I suoceri sono ripartiti. Una decina di giorni in cui, per fortuna, il tempo è stato clemente e loro hanno potuto perdersi alla scoperta di angoli di Minorca ancora inesplorati. E di conseguenza, lasciarci i nostri spazi. Il Pescatore a lavorare e io a prepararmi psicologicamente per il prossimo inizio.
La Cayena
La cucina internazionale mi ha sempre affascinato. Messicana, indiana, thailandese, cinese, americana, marocchina: è da quelle cucine che provenivano i piatti che proponevo in Italia, allora casa mia. Con una mamma cuoca, era una battaglia persa pensare di conquistare il palato di mio padre e mio fratello (dai gusti molto difficili) con un piatto di lasagne o qualunque piatto stella di mia madre. Quindi ho comprato l’Enciclopedia della cucina (sezioni Africa, Asia, Europa e Americhe) e ho iniziato a sperimentare.
Cas Ferrer de Sa Font
Avevo trovato il biglietto da visita di questo ristorante in uno dei miei hotel a Cala’n Bosch e mi aveva incuriosito per le caratteristiche di “ecologico” e “minorchino”.
Che ci sto a fare a Minorca se non provo i piatti tipici dell’isola? Non riesco, infatti, a concepire quei turisti italiani che arrivano qui e la prima cosa che ti chiedono è un ristorante dove poter mangiare buona pizza (se lo trovate, fatemi sapere, visto che io ci ho rinunciato, tanto che la pizza me la faccio in casa). Oppure gli inglesi che sono entusiasti all’idea di imbattersi con il Burger King di Plaça des Born. No comment.
Es Barranc
Ormai mancano poche settimane alla fine “ufficiale” della stagione. Stagione che un tempo iniziava il 1 di maggio e terminava il 31 di ottobre, sebbene ad oggi, gli hotel che rimangono aperti 6 interi mesi si contano davvero sulla dita delle mani.
Passeggio per le urbanizzazioni e, da un giorno all’altro, i ristoranti sono chiusi, trovo parcheggio senza difficoltà, non c’è gente in spiaggia dalle 18 in poi, italiani spariti, le piscine degli hotel hanno visto una riduzione drastica di clienti e addirittura molti hotel chiudono i battenti. “Que tengas un buen invierno y hasta el año que viene”, così mi salutano i lavoratori stagionali.
Sa Figuera
Il porto di Ciutadella mi affascina, soprattutto nelle serate d’estate. Camminare lungo la costa e osservare i velieri e le barche ormeggiate, scendere le scale scavate nella roccia, passeggiare tra i ristoranti, osservare i cefali in acqua, scoprire le bancarelle dei mercatini, fermarsi per un gelato e finire in Plaza des Born.
El Hogar del Pollo
L’estate è decisamente arrivata a Minorca. Dalle 8 alle 19 il sole non da tregua, con i suoi 30 gradi costanti e camicie sudate per noi che lavoriamo 😦
Ma non possiamo lamentarci! Almeno il giorno libero lo passo in spiaggia, cercando di recuperare una carnagione da minorchina e perdere quella inglese di cui il mio corpo si era impregnato nell’ultimo anno.
Es Tast de Na Silvia
***Aggiornamento Maggio 2016***
Il ristorante ha cambiato sede: si trova ora a Ciutadella, in centro storico.
Se c’è un motivo per andare a Cala’n Bosch, è sicuramente andare a mangiare da Es Tast de Na Silvia.
Per chi non conoscesse Cala’n Bosch, si tratta di un’urbanizzazione a sud di Ciutadella, vicino al famoso faro di Cap d’Artrutx.
Fang i Aram
Ho sempre avuto il colesterolo alto; fin dall’adolescenza, nonostante evitassi la maggior parte degli alimenti che ne contenevano in quantità elevate, gli esami riportavano un valore superiore al 200. Grazie papà.
Tuttavia, la pressione si manteneva molto bassa, e quindi non mi sono mai preoccupata più di tanto.
Saranno i 30 che si avvicinano, saranno le cucine americana e inglese degli ultimi anni, sarà che non sono mai entrata in una routine alimentare che mi permettesse di seguire una “dieta” equilibrata e sana (orari lavorativi troppo mattinieri o lavorare fino a mezzanotte, se non con turni notturni, non aiutano), sarà lo stress accumulato durante l’ultimo anno a Londra; fatto sta che la mia pressione minima mesi fa si avvicinava ai 100. Senza fumare né bere alcool. E questo non va bene.